

Metti una coppia di amici che hanno la favolosa idea di noleggiare biciclette e di portare piccoli gruppi su e giù per la Valsamoggia. Metti una manciata di colleghi che poi sono anche amici e che si godono un giorno di riposo insieme. Ora, per chi non lo sapesse, vi spiego cos’è una e-bike. A un primo sguardo sembra una semplice bicicletta: bella eh, con ruote grandi per il fuori strada, le marce, i colori vivaci. Ma se guardi meglio ti accorgerai di un accessorio, discreto, silenzioso e fenomenale. Spingi un pulsante e si accende un piccolo e silenzioso motore. Tu continui a pedalare ma la fatica la fa tutta la tua bici al posto tuo. In pratica puoi fingerti un consumato ciclista anche se non lo sei. Macini salite ripide con il sorriso sulle labbra e l’autostima che cresce ad ogni metro. I veri ciclisti ti sorridono con un’accondiscendenza evidente, ma tu in cambio puoi provare la soddisfazione di essere maledetto dagli automobilisti perché intralci il passaggio.


La gioia della pedalata assistita, tuttavia, non è l’unica e questa giornata a due ruote ci ha regalato tantissime emozioni e divertimento. Siamo partiti da Savigno e abbiamo raggiunto l’abbazia di Monteveglio, passando attraverso il bosco. Ammetto che mi sento più a mio agio sulle gambe, mezzo di trasporto che conosco da tanto tempo e che so gestire con maggiore disinvoltura, ed essere caduta in un fosso in modo piuttosto ridicolo, non ha contribuito a farmi rilassare.

Nonostante questo, tra uno sguardo al terreno accidentato e un pedale che sbatteva sul polpaccio, ho cercato di fare amicizia con la mia bici e mi sono goduta il percorso. E allora, a poco a poco, ho iniziato a sentire quel meraviglioso profumo di sottobosco, di terra umida e foglie, l’odore dei fiori di campo, ho sentito il vento in faccia durante le discese, divisa tra la gioia pura e la paura di cadere. Ho ascoltato il rumore sotto le ruote, diverso ad ogni cambio di terreno: ghiaia sottile, grandi ciottoli, fango, asfalto, erba. Ho provato una profonda gratitudine per quel bicchiere di vino bianco e fresco, per il pranzo buono e i dolci deliziosi. Ho riso con i miei compagni. Ho fotografato.





Ora sono a casa, seduta sul divano, con il ghiaccio sulla mia caviglia un po’ ammaccata e sorrido per un’altra giornata bella. Perché la felicità è fatta di questo: quelli che qualcuno chiama “momenti di trascurabile felicità”. In 34 Km si può provare molta gioia se si cerca di non ascoltare troppo i propri timori e si lascia spazio allo stupore. Quindi pazienza se zoppico un po’ e se non sono proprio portata per la bici fuoristrada. Pazienza, perché posso ridere con i colleghi con cui di solito condivido fatica e frustrazione. Pazienza, perché ho scoperto che posso salire a Monteveglio in bicicletta. Pazienza, perché ho potuto catturare con le mie fotografie qualche scorcio sublime. Pazienza. Perché oggi sono felice. E non è poco. No davvero.



P. S. I miei amici di Valsamoggia bike sono FAVOLOSI 😍. Cercateli http://www.valsamoggiabike.it








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